Italo Calvino, scrittore italiano (Santiago de Las Vegas,
Cuba, 1923 - Siena, 1985)
Definito da Pavese scoiattolo della penna al suo esordio
romanzesco con Il sentiero dei nidi di ragno (1947), ha sempre
cercato di trasfondere nella letteratura questo senso di agilit e di
freschezza stilistica, anche quando ha affrontato temi impegnativi che
pure ha toccato nell'arco della sua intera opera. Il sentiero dei
nidi di ragno e i racconti di Ultimo viene il corvo (1949)
traggono origine dall'esperienza della Resistenza e appartengono alla
stagione del neorealismo, di cui stato uno dei protagonisti,
partecipando alla problematica culturale con una intensa collaborazione
al Politecnico vittoriniano, all'Unit e alla casa editrice Einaudi,
alla quale rimase legato per tutta la vita, pur pubblicando l'ultimo
libro da Garzanti. Ma la sua innata originalit di scrittore lo mette
al riparo da ogni pericolo di scuola o di epigonismo. Anche I giovani
del Po, racconto a sfondo popolare degli anni Cinquanta, pubblicato
su Officina nel 1958, aveva tali implicazioni sociologiche da porlo al
di fuori della maniera neorealistica. Ne sono conferma i libri
successivi: se L'entrata in guerra (1954) si richiama ancora alle
problematiche irrisolte della guerra, tuttavia il tono evocativo e
autobiografico lontano dal taglio documentario di stampo populistico;
ma soprattutto con la trilogia dal titolo complessivo I nostri
antenati (1960), composta da Il
visconte dimezzato (1952), Il
barone rampante(1957), Il
cavaliere inesistente (1959), che la sua vena fantastica si
precisa stilisticamente ed occasione per trattare in chiave ironica,
alla maniera illuministica, temi di impegno politico, morale e sociale.
Questo periodo arricchito anche da altri scritti di assoluto rilievo
e tra i suoi pi significativi: basti pensare alla favola di Marcovaldo
(1963) per capire il senso dell'impegno che egli attribuiva alla
letteratura, e che era stata preceduta da due racconti del valore della Speculazione
edilizia (1957) e La nuvola di smog (1958), autentici
capisaldi del volume complessivo dei Racconti (1958). E va anche
ricordato che in quegli anni esce dal PCI, a conferma del deterioramento
di una visione culturale e politica ormai non pi condivisibile dopo le
pur generose illusioni nutrite nell'immediato dopoguerra. Il diverso
rapporto dell'uomo con i suoi simili nella societ cosiddetta avanzata
di quegli anni testimoniato dal romanzo La giornata di uno
scrutatore (1963), in cui cadono molti dei miti razionalisti e
progressisti e si insinua invece quello del razionalismo fantastico
nutrito di utopia che si ritrova poi nelle Cosmicomiche (1965) e
in Ti con zero (1967), riuniti poi in Cosmicomiche vecchie e
nuove (1984). Ma, ancora una volta, pi che il tema, contano la
visione calviniana e il linguaggio che la esprime. La propensione verso
un uso geometrico e combinatorio del linguaggio lo porta verso una
rappresentazione narrativa apparentemente pi schematica e
scarnificata, che caratterizza gli ultimi libri, da Le citt
invisibili (1972) a Se una notte d'inverno un viaggiatore
(1979) a Palomar (1983), che erano stati preceduti dal
divertimento sulle tavole dei tarocchi di Bonifacio Bembo, Il
castello dei destini incrociati (1969 e 1973), che per rientra
perfettamente nell'ambito dell'artificio e delle combinazioni che
caratterizzano l'ultimo periodo dell'opera calviniana. Essa si completa
con due raccolte di saggi, molto significative per inquadrare il senso e
l'indirizzo del suo fare letterario e dai titoli quanto mai emblematici:
Una pietra sopra (1980) e Collezione di sabbia (1984).
Postumi sono apparsi il libro incompiuto Sotto il sole giaguaro
(1986) e le bellissime Lezioni americane. Sei proposte per il
prossimo millennio (1988). Tra le numerose edizioni da lui curate
devono essere segnalate Poesie edite e inedite (1962) e Lettere
1945-1950 (1966) di Pavese, le Fiabe dei fratelli Grimm
(1970), Teoria dei quattro movimenti di Charles Fourier (1971), Segni,
cifre e lettere e altri saggi di Raymond Queneau (1981), e le
antologie Fiabe italiane (1956), Orlando Furioso di Ludovico
Ariosto raccontato da Italo Calvino (1970), Le pi belle pagine
di Tommaso Landolfi (1982), Racconti fantastici dell'Ottocento
(1983). Con Vittorini diresse la rivista Il menab.
Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo
Piovasco di Rond, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a
noi.
...
... a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi,
ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi
con contorni di foglie o di nuvole, e poi s'intoppa, e poi ripiglia a
attorcigliarsi, e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo
insensato di parole idee sogni ed finito.
Sotto le rosse mura di Parigi era schierato
l'esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in rivista i paladini.
...
Quali nuovi stendardi mi levi incontro dai pennoni delle torri di
citt non ancora fondate? quali fumi di devastazioni dai castelli e dai
giardini che amavo? quali impreviste et dell'oro prepari, tu
malpadroneggiato, tu foriero di tesori pagati a caro prezzo, tu mio
regno da conquistare, futuro...
Non detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo
quando gli descrive le citt visitate nelle sue ambascerie, ma certo
l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con
pi curiosit e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore.
Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte
d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti.
Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda
sfumi nell'indistinto.
Noi non lo sapevamo, delle formiche, quando venimmo a stabilirci qui.
...
Io pensavo alle distanze d'acqua cos, agli infiniti granelli di
sabbia sottile gi nel fondo, dove la corrente posa gusci bianchi di
conchiglie puliti dalle onde.
Amerigo Ormea usc di casa alle cinque e mezzo del mattino. la
giornata si annunciava piovosa. Per raggiungere il seggio elettorale
dov'era scrutatore, Amerigo seguiva un percorso di vie strette e
arcuate, ricoperte ancora di vecchi selciati, lungo i muri di case
povere, certo fittamente abitate ma prive, in quell'alba domenicale, di
qualsiasi segno di vita.
Per arrivare fino in fondo al vicolo, i raggi del sole devono scendere
diritti rasente le pareti fredde, tenute discoste a forza d'arcate che
traversano la striscia di cielo azzurro carico. Scendono diritti, i
raggi del sole, gi per le finestre messe qua e l in disordine sui
muri, e cespi di basilico e di origano piantati dentro pentole ai
davanzali, e sottovesti stese appese a corde; fin gi al selciato, fatto
a gradini e a ciottoli, con una cunetta in mezzo per l'orina dei muli.
Basta un grido di Pin, un grido per incominciare una canzone, a naso
all'aria sulla soglia della bottega, o un grido cacciato prima che la
mano di Pietromagro il ciabattino gli sia scesa tra capo e collo per
picchiarlo, perch dai davanzali nasca un'eco di richiami e d'insulti. -
Pin! Gi a quest'ora cominci ad angosciarci! Cantacene un po' una, Pin!
Pin, meschinetto, cosa ti fanno? Pin, muso di macacco! Ti si seccasse la
voce in gola, una volta! Tu e quel rubagalline del tuo padrone! Tu e
quel materasso di tua sorella!