Scrittore,
compositore, pittore e giurista tedesco, esponente del Romanticismo
(Knigsberg, 24 gennaio 1776 Berlino, 25 giugno 1822).
Cambi il suo terzo nome in Amadeus nel 1805
in onore di Mozart.
Fiaba di due amici in sette avventure
Meister Floh
Traduzione di Laura Bocci
Incipit
PRIMA AVVENTURA
Introduzione
Nella quale il benevolo lettore
viene a sapere quanto basta della vita del signor Peregrinus Tyss. -
Distribuzione di strenne natalizie in casa del rilegatore Lmmerhirt
nella Kalbcher Gasse e inizio della prima avventura. - Le due Aline.
C'era una volta... Ma quale autore
pu oramai permettersi di iniziare in questo modo la sua
storiella?... Antiquato!... Noioso!..., cos esclamer il
benevolo, o piuttosto il malevolo lettore, il quale invece, secondo
il saggio consiglio dell'antico poeta romano, vuole esser subito
condotto medias in res. Egli ha quasi l'impressione d'aver come
ospite un qualsiasi prolisso chiacchierone che, appena entrato in
casa sua, si metta ben comodo e si schiarisca la gola per cominciare
il suo sermone senza fine, e questo gli fa subito chiudere con
rabbia il libro che aveva appena aperto. Ma il presente autore della
storia straordinaria di Mastro Pulce ritiene invece che tale inizio
vada benissimo e che sia anzi il migliore per qualsiasi storia,
ragion per cui anche i pi eccellenti narratori di fiabe, vale a
dire le balie, le vecchie e cos via, se ne sono serviti da sempre;
ma poich ciascun autore in fin dei conti scrive soprattutto per
essere letto, egli non vuole (il suddetto autore, appunto) privare
il benevolo lettore del piacere di essere davvero suo lettore. E
dunque, senza far tanti preamboli, gli dice subito che a quello
stesso Peregrinus Tyss, del cui straordinario destino tratter
questa storia, in nessun'altra vigilia di Natale era battuto il
cuore per un'aspettativa pi ansiosa e lieta di quella con cui
inizia il racconto delle sue avventure.
...
torna
su
Scrittore francese (1802-1885)
Les Misrables
Traduzione di Li Saraz
Incipit
LIBRO PRIMO UN GIUSTO
I MONSIGNOR MYRIEL
Nel 1815 monsignor Charles Franois
Bienvenu Myriel era vescovo di D. Aveva settantacinque anni, pi o
meno; reggeva la diocesi dal 1806. Anche se questo particolare non
riguarda affatto la storia che stiamo per raccontare, non inutile,
non fosse che per essere precisi, riferire le chiacchiere e i
giudizi che, quando vi era arrivato, correvano nella diocesi. Vero o
falso che sia, quello che si dice degli uomini occupa spesso nella
loro vita, e soprattutto nel loro destino, lo stesso posto di ci
che fanno. Myriel era figlio di un consigliere del Parlamento di Aix:
nobilt di toga. Si diceva che il padre, considerandolo erede del
suo ufficio e seguendo la tradizione dei membri del Parlamento, lo
avesse ammogliato prestissimo: a diciotto, vent'anni. Ma Charles
Myriel, si diceva, nonostante il matrimonio, aveva continuato a far
parlare di s.
...
torna
su
Traduzione di Sergio Panattoni
Incipit
Il salone
Trecentoquarantotto anni, sei mesi e
diciannove giorni or sono, i Parigini si svegliarono al frastuono di
tutte le campane che suonavano a distesa nella triplice cinta della
Citt Vecchia, dell'Universit e della Citt Nuova. Il 6 gennaio
1482 non tuttavia un giorno di cui la storia abbia serbato il
ricordo. Non vi era niente di particolare nell'avvenimento che
metteva cos in agitazione fin dal mattino le campane e i borghesi
di Parigi. Non si trattava n di un assalto di Piccardi o di
Borgognoni, n del passaggio in processione di un reliquario, n di
una rivolta di studenti nella vigna di Laas, n di un'entrata in
citt del nostro temutissimo signore messere il re, e neppure di una
bella impiccagione di ladri e ladre sulla piazza della Giustizia di
Parigi. E nemmeno si trattava dell'arrivo improvviso, cos frequente
nel quindicesimo secolo, di qualche ambasceria carica di ornamenti e
di pennacchi. Erano passati appena due giorni da quando l'ultima
cavalcata di questo genere, quella degli ambasciatori fiamminghi
incaricati di stipulare il matrimonio fra il Delfino e Margherita di
Fiandra, aveva fatto il suo ingresso a Parigi, con grande disappunto
del signor cardinale di Borbone che, per compiacere il re, aveva
dovuto far buon viso a tutta questa rozza baraonda di borgomastri
fiamminghi, e far loro omaggio, nel suo palazzo di Borbone, di una
molto bella moralit, burletta e farsa, mentre una pioggia
scrosciante inondava le magnifiche tappezzerie del portone.
... torna
su |